“Immagini da un convento perduto ... la SS. Annunziata di Pistoia”

Scrivevo una decina di anni fa:
“Nell’ottobre del 2014 i Servi di Maria hanno lasciato il convento della SS. Annunziata di Pistoia per mancanza di religiosi e per le cattive condizioni della chiesa e dell’edificio annesso che non è più in grado di ospitare una comunità.
È un avvenimento che dispiace, perché quello di Pistoia è stato uno dei conventi più antichi dell’Ordine e dei più attivi nella Provincia Toscana.
La fabbrica della chiesa fu iniziata nel 1269-1270 su terreno acquistato dalla nobile famiglia Cancellieri, in località detta Poggio, fuori delle mura cittadine (da qui il primo nome di Santa Maria del Poggio). Fu terminata nell'anno 1393 nella sua grandiosa mole (47 metri di lunghezza, 14 di larghezza e 16 di altezza) e nella semplicità dello stile trecentesco. Subì una trasformazione durante il seicento e il settecento secondo il gusto barocco, che apportò il ricco ornamento di stucchi e di dorature. Della primitiva struttura resta solo il soffitto a cavalletti, ben conservato nella sua originale decorazione pittorica, e il campanile quadrilatero alto 27 metri con quattro finestre gotiche.
La comunità ebbe vita travagliata: fu soppressa nel 1786 al tempo del granduca Pietro Leopoldo, ripristinata nel 1794, soppressa di nuovo nel 1810, ripresa nel 1856 e ancora soppressa nel 1866.
I religiosi tuttavia dopo quest’ultima prova non si allontanarono dal convento e cedettero al Demanio una parte cospicua degli edifici, adibiti poi a caserma militare.
Della SS. Annunziata di Pistoia, tra i tanti suoi periodi “gloriosi” , per usare un’espressione cara ai Servi di Maria, ricordiamo quello che va dalla fine dell’ottocento fino circa alla metà del novecento e che motivò nel 1915, visto l’interesse del popolo pistoiese, un notevole restauro al complesso. Furono modificati in parte l'interno della chiesa e gli edifici di pertinenza, come il chiostro e il convento.
La ricchezza culturale e di umanità che allora si dispiegò nella Chiesa traspare anche dalle fotografie che riportiamo. Ragazzi, bambini, paggetti, gruppi catechistici e musicali, associazioni fiorirono all’ombra del chiostro pistoiese. Ttra i protagonisti che ne animarono la vita religiosa è da ricordare il mite fra Luigi Mazzei (1910-1986), figura esemplare di frate e cara presenza per chi ebbe la grazia di conoscerlo”.
Così scrissi nel dicembre 2014 nel periodico della SS. Annunziata di Firenze e aggiungo ora che il 26 marzo 2022 dopo nove anni di chiusura e due di restauro a cura della diocesi di Pistoia, la chiesa è stata riaperta alla città e al culto.

Fonte di gloria
La gloria che intendevano i Servi di Maria è ovviamente quella spirituale e cristiana, la stessa cui scriveva il padre Filippo Ferrini nel suo libro: Chiesa e chiostro della SS. Annunziata di Pistoia, pubblicato in occasione dei restauri del 1932 e ancora consultato dagli studiosi.

“Terra generosa e feconda – inizia – fu certamente Pistoia per i Servi di Maria, come nei loro inizi in questa città, così nei secoli susseguenti in fino al tempo presente. Dette invero ad essi tanto del suo buon cuore e delle sue sostanze, onde potè l’Ordine servitano qui aver convento e chiesa, degni monumenti di arte e di carità cristiana. Ma anche l’Ordine dei Servi di Maria non mancò di rendere a Pistoia il degno compenso nell’arte e negli uomini illustri, che fece sbocciare e fiorire mirabilmente nella chiesa e convento della SS. Annunziata, e che perciò ornarono quasi in ogni epoca la storia e la gloria di Pistoia”-

Il padre Ferrini prosegue con un elenco di santi e beati, di artisti e di letterati, sui quali conclude:

“Di questi molti sono oratori, altri filosofi e teologi, altri poeti, ed altri infine storici. Tutti furono nel loro tempo apprezzati nel loro genere, e se le loro opere giacciono ora silenti negli archivi o biblioteche di Pistoia o di altre città, balzano però di tanto in tanto luce alla mente di studiosi di cose pistoiesi e dell’Ordine dei Servi di Maria, e dicono come le glorie di Pistoia e dell’Ordine Servitano spesso nei secoli s’intrecciarono in una splendida corona”.

Paola Ircani Menichini, dicembre 2014 - 19 luglio 2024. Tutti i diritti riservati.




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